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CHEZ NOUS - Bernardo Diana (16.04)

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Apr-15-20 Stop discriminazione, un rifugio per le persone gay nell’ex villa del boss
Apr-15-20 Caserta, bene confiscato alla criminalità diventerà Centro lgbt del Mediterraneo
Apr-15-20 Bernardo Diana, tra i diritti LGBT e l’anticamorra
Apr-15-20 Amministrative, Bernardo Diana: <>
Apr-15-20 Assegnato ad Arcigay Caserta un bene confiscato alla camorra. Bernardo Diana:<>

Bernardo Diana, presidente Rain Arcigay Caserta, membro del direttivo “Comitato Don Peppe Diana”, vice presidente commissione Pari Opportunità di Caserta.

Parlerà del progetto del “Centro LGBT+ del Mediterraneo” uno spazio polivalente e multifunzionale rivolto a tutte le persone lgbt che attraversano il Mediterraneo. Uno spazio libero dalla discriminazione e che rappresenta un presidio concreto della rivendicazione dei diritti umani, civili e sociali, oltre ogni confine. Sarà a Castel Volturno per ridare dignità a un territorio caratterizzato culturalmente da pregiudizi e stigma nei confronti delle persone non solo Lgbt+ e contribuire a migliorare quei processi di riqualificazione urbana che sono interconnessi con l’impegno quotidiano che come associazione svolgiamo sul territorio.

https://caserta.arcigay.it/centrolgbtmediterraneo/

DMU Timestamp: March 26, 2020 18:18

Added April 15, 2020 at 5:55am by Anna Marini
Title: Stop discriminazione, un rifugio per le persone gay nell’ex villa del boss

Merito dell’associazione di volontariato «Rain Arcigay Caserta onlus», nata nel 2014 su iniziativa di un gruppo di giovani

di Diana Errico

Negli ultimi anni ci sono stati dieci casi. Per sette volte si è riusciti a mediare con la famiglia, in tre si è arrivati alla rottura. Una giovane lesbica di 19 anni è stata cacciata di casa dai familiari che la rifiutavano in quanto tale, ed è stata ospitata per un po’ in un bed&breakfast; un suo coetaneo gay ucraino è stato allontanato dai propri connazionali e accolto in una comunità di Roma, unica struttura in Italia per queste situazioni. Per una transessuale di 33 anni non c’era posto neanche lì, troppo «anziana»: per lei si è aperta la strada della precarietà e della prostituzione. A trattare questi casi è stata l’associazione di volontariato «Rain Arcigay Caserta onlus», nata nel 2014 su iniziativa di un gruppo di giovani e giovanissimi. Che nel frattempo hanno però cercato un’alternativa stabile e oggi stanno per raggiungere un importante traguardo. A Castel Volturno sarà presto attivo il primo Centro LGBT del Mediterraneo. E nascerà in una villa di circa 300 metri quadrati confiscata alla criminalità organizzata, dove sarà operativa una grande cucina abitabile, saranno attrezzate aree di co-working, spazi polifunzionali comuni, ma soprattutto saranno usate alcune camere per l’accoglienza temporanea di persone LGBT in difficoltà, perché espulse dai contesti familiari e non ancora autonome. L’obiettivo è rispondere a un fenomeno frequente quanto spesso sommerso, ossia la discriminazione e l’abbandono forzato della casa familiare in seguito al coming out o outing di persone omosessuali. Rivolgendosi alle necessità di tutto il Meridione e a persone non solo italiane. Se i dati di partenza si riferivano infatti al solo territorio casertano, il confronto con gli stranieri che frequentano la Cgil Caserta - dove l’associazione ha la sede – ha convinto i soci ad allargare il progetto a chiunque giunga nel nostro Paese per fuggire alle persecuzioni legate al proprio orientamento e identità sessuale.

A rappresentare l’associazione «Rain» è Bernardo Diana, 24enne studente di giurisprudenza originario di Casal di Principe. L’ha fondata insieme al compagno Enzo quando, nel territorio, di omosessualità si parlava sottovoce. Da allora sono passati due «Pride» di grande successo e svariate iniziative culturali che hanno coinvolto l’intera provincia di Caserta. «Oggi vengono a studiarci anche da Bologna per capire come facciamo ad avere tanti soci sotto i 18 anni», osserva divertito. Castel Volturno - località dagli antichi splendori e oggi tristemente nota per la opprimente presenza della camorra – sta vivendo grandi cambiamenti proprio a partire da una delle questioni più fumose per la politica locale. Anche su iniziativa del Centro di servizio per il volontariato «Assovoce», si era costituito nel 2016 un Tavolo provinciale di concertazione per l’uso sociale dei beni confiscati. E subito dopo l’amministrazione comunale ha deciso, caso rarissimo, di assegnarli con un bando a evidenza pubblica. Con il nuovo corso promosso dal neo sindaco Dimitri Russo, è stata creata in pochi mesi una short-list degli aventi diritto all’affidamento di beni confiscati inseriti nel patrimonio indisponibile del Comune. E tra le tante domande inviate c’era anche quella di «Rain», che ha ottenuto un contratto ventennale per la gestione della struttura, situata all’interno del Parco Faber (altri tre beni sono stati affidati ad altrettante organizzazioni del Terzo settore). Il progetto è in fase di avvio ma c’è ancora tanto da fare: per questo l’associazione ha lanciato sul proprio sito una campagna di crowdfunding che permetterà a tutti di contribuire alla sua realizzazione.

https://www.corriere.it/buone-notizie/18_agosto_31/stop-discriminazione-rifugio-gay-nell-ex-villa-boss-8a0c515c-ad38-11e8-aed0-106e9275cc0a.shtml

DMU Timestamp: March 26, 2020 18:18

Added April 15, 2020 at 6:01am by Anna Marini
Title: Caserta, bene confiscato alla criminalità diventerà Centro lgbt del Mediterraneo

Bologna, 5 giugno 2018 – “Accogliamo con entusiasmo la notizia dell’affidamento ventennale di un bene confiscato alla criminalità organizzata nel territorio di Castel Volturno (Caserta) all’associazione Rain Arcigay Caserta onlus, affinché prenda corpo il progetto del Centro lgbt del Mediterraneo”: così Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. Che prosegue: “La palazzina, che per la sua storia torbida era una delle tracce dello strapotere delle mafie nel nostro Paese, oggi, grazie alla lungimiranza del sindaco Dimitri Russo e di tutto il Consiglio comunale, riscatta quella storia e si avvia a diventare uno dei simboli del contrasto concreto alla criminalità organizzata e di una comunità che su quelle ceneri ricostruisce in termini di inclusione, di accoglienza, di solidarietà e di rispetto dell’altro. Quella risorsa immobiliare era il tassello che mancava per dare corpo a un progetto importante e ambizioso, che vuole creare a Castel Volturno uno spazio polivalente e multifunzionale rivolto a tutte le persone lgbt che attraversano il Mediterraneo. Uno spazio libero dalla discriminazione e che rappresenta un presidio concreto della rivendicazione dei diritti umani, civili e sociali, oltre ogni confine. Un’idea per la quale ringraziamo gli attivisti e le attiviste di Rain Arcigay Caserta onlus”.

Punto caratterizzante del progetto sarà il social housing, cioè la possibilità di accogliere con formule temporanee nei tre piani della palazzina persone lgbt in difficoltà, perché allontanate dai contesti familiari e non ancora autonome, perché in condizione di non autosufficienza o perché giunte nel nostro Paese per fuggire alle persecuzioni dei loro luoghi d’origine.

La palazzina, di circa 300 mq e situata in via Cosenza 39, all’interno del Parco Faber, è dotata di una cucina abitabile, spazi polifunzionali, bagni e diverse camere da letto. Per la ristrutturazione dello stabile è attiva una campagna di crowdfunding alla quale si può contribuire collegandosi al sito https://www.casertapride. it/manifesto/centro-lgbt-del-m editerraneo/. “Il voto di ieri in Consiglio comunale – dichiara Bernardo Diana, presidente di Rain Arcigay Caserta onlus – porta a conclusione un percorso iniziato nel 2015 e che testimonia la tenacia di una volontà politica a cui va il nostro più convinto plauso. E’ stato molto emozionante sentire dal sindaco Dimitri Russo il nome della nostra associazione tra i primi quattro enti del terzo settore a ricevere in assegnazione definitiva un bene confiscato alla criminalità organizzata”.

https://caserta.arcigay.it/2018/06/caserta-bene-confiscato-alla-criminalita-diventera-centro-lgbt-del-mediterraneo/

DMU Timestamp: March 26, 2020 18:18

Added April 15, 2020 at 6:08am by Anna Marini
Title: Bernardo Diana, tra i diritti LGBT e l’anticamorra

Successivamente alla legge Cirinnà, la lotta associazionistica a difesa dei diritti LGBT non si è ovviamente placata. Abbiamo incontrato Bernardo Diana (in foto), presidente dell’associazione RAIN Arcigay Caserta, una ONLUS che oltre ad essere attiva in materia di diritti sta cominciando ad alzare lo sguardo verso il contrasto alla criminalità organizzata. L’associazione RAIN ha cominciato come una delle poche realtà casertane ad occuparsi di tematiche prese sottogamba dall’odierna classe dirigente, problemi di cui sentiamo parlare poco, riconoscimento di diritti per via sentenziale, situazioni umane che facciamo allegramente finta di non conoscere e vedere. E non dovrebbe essere questo uno Stato di diritto.

Progetto Centro LGBT del Mediterraneo

Quindi Bernardo, prima di tutto, voglio chiederti quale sia l’attuale situazione delle discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali sia in Provincia che in Regione.
«Riguardo la Regione la situazione è particolarmente grave, ci sono continui atti di discriminazione, in tutto il napoletano ve ne sono almeno più di tre al mese. Per Caserta la situazione è ben diversa e molto più complessa. Non abbiamo segnalazioni di discriminazioni dirette e non abbiamo persone che vengono ad usufruire del nostro sportello legale. Abbiamo solo notizie “di amici di amici” che raccontano perifericamente le discriminazioni che subiscono e nel momento in cui chiediamo di denunciare, loro si mostrano palesemente contrari. È il sintomo di un forte problema culturale».

Un problema culturale che magari ha percepito anche lo Stato, agendo con la legge Cirinnà, è stata davvero una vittoria per il movimento LGBT?
«Che altro dobbiamo richiedere ora? Abbiamo ottenuto le unioni civili e siamo a posto. Questo è il pensiero comune. Noi di RAIN dal 2014 chiediamo il matrimonio egualitario e le unioni civili, cosi com’è in quasi tutta l’Europa. Ma se dovessimo cominciare con i paragoni dovremmo anche dire che l’Italia nel 2016 ha approvato uno strumento, appunto quello delle unioni civili, che in Norvegia entrò in vigore nell’89. E tra l’altro siamo anche stati spinti dalla Corte di Strasburgo».

Un tabù restano però le adozioni. Nell’anno del Cirinnà addirittura si ebbe una netta divisione politica riguardo la stepchild adoption, ovvero quella manovra che dava la possibilità al genitore non biologico di adottare il figlio, adottivo o naturale, del partner.
«Era il minimo indispensabile per offrire dignità alle famiglie omogenitoriali. Con lo straccio della stepchild il danno non è stato recato a me in quanto singola persona gay, bensì è stato afflitto alle famiglie. Soprattutto poiché dovranno ancora ricorrere al tribunale. Abbiamo avuto Melita Cavallo, ex presidente del Tribunale per i minori di Roma, che ha fatto le prime sentenze in materia. Ora però è in pensione. Le famiglie quindi per ottenere il riconoscimento dei loro diritti basilari devono andare avanti accumulando sentenze e sperando nei tribunali. È questo uno Stato di diritto?».

È sicuramente una riflessione che è doveroso fare. Però oltre l’inefficienza legislativa in materia di diritti, abbiamo visto l’associazione RAIN approfittare di un bando del comune di Castel Volturno per l’acquisizione di un immobile confiscato alla camorra.
«Sì, abbiamo acquisito una villetta nel parco Allocca, ora “Faber”. Sono ben 35 villette a schiera che circondano un lago artificiale, almeno 15 di queste sono confiscate. Il progetto che abbiamo intenzione di far sorgere è quello di una struttura che funga da “casa di diritti”. Gli ospiti del nostro progetto sono le persone LGBT che non sanno dove andare, e in provincia ce ne sono molte, perché cacciate di casa per via della loro sessualità. Offriremo un alloggio gratuito per chi non ha disponibilità economiche, oppure seguendo il principio di social housing (gli ospiti offrono il loro lavoro in cambio dell’alloggio ndr). Inoltre vi sarà un bar sociale e una sala destinata al co-working. Ci stiamo seriamente interessando alla lotta alla camorra, come associazione abbiamo l’intenzione di iscriverci a Libera e in precedenza abbiamo avuto ottimi contatti con la Casa Don Diana».

E oltre questo c’è da far sapere un’altra notizia.
«Esattamente, è una vostra esclusiva tra l’altro. Il 16 giugno vi aspettiamo al Caserta Pride!».

https://informareonline.com/diritti-lgbt-anticamorra-intervista-presidente-rain-arcigay-caserta-bernardo-diana/

DMU Timestamp: March 26, 2020 18:18

Added April 15, 2020 at 6:13am by Anna Marini
Title: Amministrative, Bernardo Diana: <>

Casal di Principe (Ce) è uno dei Comuni campani, che nel comune immaginario rimandano alla camorra. Una realtà putroppo radicata sul territorio, come raccontato da Saviano e come testimoniato dal martirio di don Peppino Diana.

Ma Casal di Principe non è solo questo. E per renderlo migliore Bernardo Diana, consigliere nazionale di Arcigay e presidente di Rain Arcigay Caserta, ha deciso di candidarsi come consigliere comunale nella lista Casale rinasce con Renato.

Perché ha accettato una tale candidatura?

Ho accettato questa candidatura per diversi motivi: ho apprezzato il lavoro svolto dall’amministrazione uscente, anche dal punto di vista culturale. Nel 2016, quando non ero ancora presidente di Rain Arcigay Caserta, ma un responsabile dell’organizzazione del Caserta Campania Pride, il sindaco Renato Natale, con fascia tricolore venne a marciare con noi e la prima persona che rimase stupita fui io. Nessun altro sindaco era presente, neanche quelli più vicini geograficamente, lui sì. Il sindaco e parte della Giunta hanno partecipato anche al Caserta Pride 2018, anche questa volta fu l’unico Sindaco.

Se volevo fare questa esperienza politica non poteva che essere con lui e con questa squadra. Ho quindi accettato perché non era semplicemente una “quota arcobaleno”, ma un impegno che nel corso degli anni c’è sempre stato sui nostri temi. Casal di Principe è una realtà decisamente complessa – in generale – e in particolare per le persone Lgbti+: ho accettato per dare coraggio e forza a chi ne ha bisogno, un modo per dire “sono con te, sii forte”.

Bernardo, lei è un esponente importate della comunità Lgbti locale: come pensa che i temi della discriminazione, bullismo e violenza dovrebbero essere trattati in futuro?

Noi casalesi siamo stati per anni etichettati come il male assoluto, tanto è vero che in molti incontri con le scuole destava più clamore il mio coming out come casalese piuttosto che di essere gay. A livello locale vanno promossi il più possibile momenti di visibilità pubblica, decentrando anche le attività delle associazioni Lgbti+ dai capoluoghi per andare oltre le periferie urbane. Ciò che accade nei paesi spesso è insostenibile e si ha paura di essere – nonostante nell’epoca di internet – gli unici. Sembra quasi banale dirlo, ma gli incontri nelle scuole sono uno degli strumenti migliori per arginare bullismo e violenza.

Lei si candida in un territorio storicamente non facile: quali sono le priorità più urgenti sulle quali intende operare, se dovesse essere eletto?

In questo periodo di campagna elettorale sto avendo l’opportunità di entrare nelle case di tante famiglie, passando in strade e quartieri che solitamente non frequento e mi accorgo che mentre vorrei parlare di tematiche culturali, abbiamo ancora tantissime zona senza fogna, acqua, gas e illuminazione pubblica. Perciò le priorità più urgenti sono quelle di aumentare la qualità della vita portandola ad un livello omogeneo per tutti. Tra gli impegni personali c’è quello di una nuova biblioteca e mediateca che sia anche un centro di aggregazione culturale e un impegno nella mobilità sostenibile e alternativa all’automobile.

In tema di migrazione lavoro, cultura e sostenibilità territoriale quali sono le sue idee propositive?

Io sono un privilegiato bianco italiano che può varcare tanti confini e credo che tutti abbiano diritto a spostarsi liberamente: la migrazione è un fenomeno naturale dell’uomo, dando le opportunità di insediarsi e vivere la comunità in cui si abita.

Il lavoro è uno dei temi più ricorrenti in ogni campagna elettorale: una di queste sere un’amica mi raccontava di essere l’unica dipendente di questa piccola organizzazione e che nonostante ci sia il bisogno di una seconda persona, non riescono ad assumere per i costi del lavoro e tutta una serie di tasse, imposte e bolli che vanno a coprire una intera retribuzione.

Nel nostro comune solo l’anno scorso abbiamo aperto per la prima volta una biblioteca. Oggi da quella piccola biblioteca sita nella sala consiliare stiamo per passare a una nuova e grande struttura: segno che bisogna investire tantissimo nella cultura. È in costruzione anche una nuova scuola materna, e se per altre città sembra un fatto banale, nel nostro territorio è una cosa di non poco conto. Questo dovrebbe essere uno dei settori di maggior investimento, ma spesso non è così.

I territori possono sostenersi se a livello economico hanno la giusta autonomia di spesa: fino a pochi anni fa avevamo solo quattro vigili urbani insufficienti per garantire le loro funzioni di ordine del traffico e controllo sulle edificazioni. Dov’è il collegamento? Per me un territorio è sostenibile se è costruito in base ai regolamenti edilizi, che consente di fornire a tutti i servizi pubblici essenziali e una salubrità degli ambienti. La mia città nel corso degli ultimi cinque anni ha avuto bisogno di ricostruzione lì dove la camorra aveva egemonizzato ogni cosa. Mi basta poter fare una passeggiata in bici per sentirmi in un territorio che mi sostiene. Mi basta poter baciare il mio ragazzo al parco e passeggiare per il corso per sentirmi in un luogo diverso. In posti d’Italia come il mio bastano le cose semplici, che sono sempre complesse da mettere in atto.

Se eletto, come cambierà la sua partecipazione attiva all’associazione Lgbti a cui fa riferimento?

Sarò presidente fino a luglio 2020 e fino a quel momento continuerò ad impegnarmi quotidianamente nell’attivismo, concludendo così quattro anni di presidenza. Per l’anno prossimo avrò terminato anche gli studi universitari, quindi credo di non ri-candidarmi e lasciare il testimone occupandomi specificamente al grande progetto del Centro Lgbti del Mediterraneo nel bene confiscato alla camorra in Castel Volturno, a pochi minuti da Casal di Principe.

http://www.gaynews.it/2019/05/24/amministrative-bernardo-diana-casal-di-principe-complessa-voglio-dare-coraggio-a-chi-ne-ha-bisogno-lgbt/

DMU Timestamp: March 26, 2020 18:18

Added April 15, 2020 at 6:18am by Anna Marini
Title: Assegnato ad Arcigay Caserta un bene confiscato alla camorra. Bernardo Diana:<>

Il 16 giugno Caserta vivrà, dopo quello del 2016, il suo secondo Pride. Ma quest’anno la marcia dell’orgoglio Lgbti nella città della Reggia si connota d’un’importanza particolare visto che porrà al centro dell’attenzione la realizzazione di una casa d’accoglienza a Castel Volturno.

L’11 aprile, infatti, l’amministrazione del Comune litoraneo ha assegnato un bene confiscato alla camorra a Rain Arcigay Caserta, che vi realizzerà il Centro Lgbt del Mediterraneo.

Per saperne di più, abbiamo raggiunto il presidente di Arcigay Caserta Bernardo Diana.

Presidente, come è nato il progetto Social Housing di Castel Volturno e che cosa è concretamente?

Nel 2016, il Comune di Castel Volturno, (un comune sul litorale Domizio tra i più martoriati dalla criminalità) tramite una manifestazione d’interess,e invita gli enti del terzo settore a iscriversi al tavolo di concertazione per il riutilizzo dei beni confiscati alla camorra. Si tratta di circa 120 beni. Al tavolo di concertazione, dopo un lungo iter burocratico, viene ammessa anche Arcigay Caserta. Solo dopo aver svolto un primo sopralluogo al Parco Faber nei quali sono collocati gli edifici confiscati ci siamo resi conto che sarebbe stato il luogo per noi migliore per realizzare l’idea del progetto Social Housing.

L’idea progettale è tesa a due ordini di valori : a) ridare dignità a un territorio caratterizzato culturalmente da pregiudizi e stigma nei confronti delle persone Lgbti e non solo; b) contribuire a migliorare quei processi di riqualificazione urbana che sono interconnessi con l’impegno quotidiano che come associazione svolgiamo sul territorio.

In questo contesto e all’interno del progetto Social Housing, abbiamo pensato alla costruzione di un centro di accoglienza denominato Centro Lgbti del Mediterraneo che si svilupperà all’interno di una villa di tre piani inserita in un parco residenziale chiamato Parco Lago Allocca ma da poco rinominato in Parco Faber. In questo luogo ci sono circa trenta ville confiscate alla camorra che si affacciano su un lago artificiale ricavato da una vecchia cava.

La struttura da risanare in origine era un’unica casa. Ci è sembrato bello riprendere l’originaria funzione con lo scopo di dare casa a chi, nella nostra comunità, non ne ha. Per i primi anni una volta aperta “l’aspetto dell’accoglienza” l’obiettivo è quello di riuscire ad offrire uno spazio ospitale che possa essere definito, anche, come “la casa dalle persone Lgbti in difficoltà”.

La ristrutturazione prevede una spesa di 60.000 Euro. Un progetto indubbiamente ambizioso: cosa comporterà ciò per Arcigay Caserta?

La cifra di € 60.000 servirà per la ristrutturazione edilizia e per i primi arredi: la struttura è stata abbandonata per vent’anni e sono necessari ingenti lavori di ristrutturazione per rendere la stessa sicura e accogliente in tutti i suoi spazi. Questo è un progetto molto impegnativo per l’associazione e per riuscire a veicolarlo abbiamo scelto di renderlo uno dei temi chiave del manifesto del Caserta Pride 2018 del 16 giugno.

Speriamo che la visibilità del Pride possa aiutarci nella raccolta dei fondi e in futuro, a centro avviato, ipotizziamo che un gruppo di volontari di Rain Arcigay Caserta possa dedicarsi completamente alla gestione di questo bene.

La gestione quotidiana della struttura sarà una sfida?

Sarà davvero una sfida perché sarà necessario avere 24 ore su 24 personale disponibile in struttura oltre al pagamento delle utenze e dei servizi che saranno offerti. Da soli sarà impossibile, ma ci auguriamo che con la collaborazione di eventuali partner questo progetto possa resistere.

Siete impegnati in un’area economicamente depressa. Come avete pensato di reperire fondi?

Sul sito del Caserta Pride abbiamo uno strumento per raccogliere fondi online che servirà a finanziare entrambe le attività al quale si aggiunge la possibilità di poter effettuare un tradizionale bonifico. Fino al Caserta Pride del 16 giugno e oltre, e in tutti gli eventi ci sarà possibilità di donare e vogliamo inserire su una parete del Centro i nomi di coloro che hanno contribuito a questo sogno.

Si tratta di un bene confiscato alla camorra che è stato “assegnato alla comunità omosessuale di Castel Volturno”. Che cosa significa per voi volontari Lgbti?

Assegnato alla comunità omosessuale come sinonimo di aggiudicato alla comunità Lgbti ci riempie di fierezza. Il Centro Lgbti del Mediterraneo, oltre alla sua vocazione di social housing, vuole essere anche un luogo di promozione della cultura e uno spazio per studiare e lavorare. È una grande sfida perchè vorremmo aiutare le persone Lgbti e sostenere il territorio stesso ad un migliore sviluppo inclusivo. Il Centro Lgbti del Mediterraneo non è nostro: è di tutte e tutti!

Quale reazione ha suscitato nelle istituzioni e nella cittadinanza il progetto d’una casa d’accoglienza per persone Lgbti vittime di discriminazione?

Il nostro unico referente attualmente è stata l’amministrazione comunale di Castel Volturno che sinceramente si è mostrata imparziale per i cinque progetti che sono stati selezionati (tra cui i nostro) e rispetto ai quindici presentati da tutte le associazioni.

Per ciò che concerne le razioni della cittadinanza lo scopriremo al prossimo Consiglio comunale, durante il quale ci sarà l’assegnazione definitiva e la notizia diventerà di dominio pubblico. Più della cittadinanza, sono preoccupato dai residenti del Parco. Prima di entrare nella struttura mi piacerebbe fare un incontro conoscitivo con tutti loro.

Quali sono le principali difficoltà che le persone Lgbti incontrano nel Casertano?

La difficoltà comune è quello che accade di frequenza dopo il coming out. Molti volte devono allontanarsi da casa. La situazione è più grave per e nei confronti delle persone trans che hanno anche maggiori difficoltà a concludere gli studi o a trovare un lavoro. A Castel Volturno sono ancora troppe le persone che, a vario titolo, sono costrette alla prostituzione.

http://www.gaynews.it/2018/04/24/arcigay-caserta-bene-confiscato-camorra-mafie-castel-volturno-lgbt-bernardo-diana/

DMU Timestamp: March 26, 2020 18:18





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